Fuocoammare, l'obbiettivo su Lampedusa

Fuocoammare di G. Rosi (Italia, 2016 - 107')

Chiunque si trovasse mercoledì sera nel gremito Cinema Arlecchino di Monte Urano ha assistito all'ennesima testimonianza di come in un territorio così piccolo scorra ancora forte un sentimento di azione e impegno politico. Se ciò è possibile è grazie a chi (come Tief, CVM e simili realtà) ogni giorno dedica le proprie energie per diffondere un messaggio vero e sensibile, che oltrepassi la rete della disinformazione e dell’ignoranza, mirando alla sensibilità di chi resiste e manifesta ancora un’intensa traccia di umanità.
Senza alcuna competenza cinematografica, o tanto meno la presunzione di voler rivelare cosa ci sia davvero dietro questo film, accennerò qualche spunto di riflessione.
Innanzitutto, Fuocoammare non vuole essere soltanto un pretenzioso film sui migranti (chi si aspetta 107 minuti di racconto straziante potrebbe rimanere fortemente deluso), ma è chiaramente percepibile l'intento di Gianfranco Rosi di voler creare dall'inizio alla fine due rette così vicine, e allo stesso tempo parallele, che descrivono una Lampedusa divisa in due, tra semplicità e dramma.

C’è la Lampedusa dei piccoli gesti: il giovane Samuele che innocente trascorre le giornate con la fionda a spasso per l’isola (nessuna traccia della tecnologia, per scelta di Rosi o forse no, che ritrae una “genuina” vita di famiglia, apparentemente lontanissima), l'anziana nelle faccende casalinghe al quale fa da cornice la trasmissione radiofonica locale e la notizia degli ennesimi morti in quel “loro” mare, la vita di una città di pescatori, e tanti altri frammenti molto intensi.

Samuele
E poi c'è la Lampedusa della disperazione, delle navi della marina, degli occhi lucidi dalle lacrime, delle coperte strette tra le mani, dei pensieri nascosti dai calci al pallone, dell'estrema energia e vitalità emanate dal coro gospel nel raccontare il viaggio della speranza.

Ci troviamo in 20 km², e sembra che le vicende siano lontanissime l'una dall'altra. Poche le occasioni in cui si lascia trasparire un qualche collegamento. Una, la scena nel quale i bambini giocano a sparare alle navi militari, lasciando anche forse intravedere una fortissima inconsapevolezza della tragica situazione. E poi c'è l'essenziale figura di Samuele, la presenza chiave dell’intero film che, oltre ad incidere con estrema ironia, è l’unico collegamento diretto tra “le due sponde”. È grazie a lui infatti che, nella visita dal dottor Bartolo, si incontrano la Lampedusa della semplicità e quella del dramma, dove si assiste al vero contatto con mano tra i migranti e la vita di tutti i giorni.

il pubblico dell'Arlecchino mercoledì 2 marzo
Fuocoammare non è solo un film, ma tanti frammenti intensi di una Lampedusa che sembra lontanissima, raccontata attraverso immagini bellissime. Un racconto che, come una freccia, arriva a Berlino, il centro dell’Europa, per colpire e sciogliere la freddezza di chi dall'alto del mondo, resta affacciato a vedere.

Nicolò Ercoli

Ringraziamo il Comune di Monte Urano e la MaxMan Coop. per aver reso possibile l'evento, Stefano Trasatti e Alessandro Fulimeni per aver accettato il nostro invito a intervenire. È possibile vedere Fuocoammare anche venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 marzo (orari sulla locandina).


Per info: tief@hotmail.it oppure su Facebook  attraverso l'account Tief Terraimpegnoefuturo o la pagina Tangram Festival


UPDATE: Il film "Fuocoammare" sarà proiettato al cinema Arlecchino di Monte Urano anche sabato 12 marzo ore 21.30 e domenica 13 marzo ore 16.30 e 18.30. Prezzo biglietti: intero 7€ ridotto 5€

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