Il
partito di governo, (PRI, Partito Rivoluzionario Istituzionale) e i suoi
alleati, il Partito di Azione Nazionale (PAN), il Partito Verde e la Nuova
Alleanza, sono stati costretti ad arretrare alla Camera dei Deputati.
L'offensiva di privatizzazione, lanciata stavolta contro l'acqua, dovrà
aspettare un'altra occasione – preferibilmente per i suoi promotori, in un
momento non intorno alle elezioni.
La
procedura per decidere sulla proposta di Legge Generale sull'Acqua, in
programma per martedì 10 marzo, è stata rinviata sine die. Una notizia
ha riportato la reazione aggressiva del deputato del PRI Manlio Fabio
Beltrones, che ha dimostrato il suo disappunto in modo chiaro. Beltrones ha
descritto coloro che chiamano la proposta di privatizzazione retrograda “lenti
ad imparare” e ha detto che il processo di approvazione della proposta è stato
sospeso perché “alcuni politici in campagna elettorale vogliono farne una
bandiera e farsi votare”.
Il
fatto è che, messa davanti a questa imminente svendita di beni pubblici, la
cittadinanza ha reagito immediatamente. L'Unione degli Scienziati Impegnati in
Messico ha richiesto una discussione pubblica dell'iniziativa e ha emesso una
dichiarazione che in poche ore ha raccolto più di diecimila firme.
Gli
scienziati hanno denunciato la mancanza di trasparenza nel processo di
approvazione della proposta di privatizzazione e hanno sostenuto che i suoi
contenuti violino l'articolo 4 della Costituzione messicana, in cui si legge:
“Ciascuno ha diritto all'accesso, alla fornitura e al trattamento igienico dell'acqua
per consumo personale e domestico in misura sufficiente, sicura, accettabile ed
economicamente accessibile. Lo Stato garantisce questo diritto."
L'organizzazione
ha identificato quattro problemi seri nella proposta di legge:
1)
Favorisce la privatizzazione dell'acqua,
considerata primariamente un bene economico e non un bene culturale e sociale.
Accentua così la disuguaglianza nell'accesso all'acqua con l'aumento delle
tariffe e compromette la disponibilità d'acqua necessaria all'equilibrio degli
ecosistemi.
2)
Favorisce lo spostamento e la morte dei fiumi
legalizzando la pratica di trasferire acqua spostando grandi quantità da un
bacino idrico ad un altro.
3)
Espande le possibilità di inquinare l'acqua
stabilendo una lista limitata di contaminanti che finirebbe con l'essere
perennemente obsoleta.
4)
Restringe, condiziona e sanziona studi, ricerche
scientifiche e monitoraggi sociali.
Gli
esperti hanno avvertito la comunità accademica e la società sul tentativo della
Commissione Nazionale sull'Acqua di mettere l'approvazione della Legge
Nazionale sull'Acqua su una “corsia preferenziale”. La proposta di corsia
preferenziale è stata presentata dai legislatori Kamel Athié Flowers (PRI),
José Antonio Rojo García de Alba (PRI), Sergio Augusto Chan Lugo (PAN) e
Gerardo Gaudiano Rovirosa (PRD).
foto pubblicata insieme all'articolo originale |
Più
di trenta organizzazioni, movimenti e ricercatori si sono riuniti nel gruppo
Acqua per Tutti per richiedere che i legislatori rifiutino la proposta di
privatizzazione e considerino invece la Legge Generale sull'Acqua proposta da gruppi
di cittadini, sottoposta all'esame del Senato il 24 febbraio di quest'anno.
La
proposta dei cittadini è circolata come una petizione sulla piattaforma AVAAZ.
Nel momento in cui si scrive ha avuto quasi 14.000 firme. La petizione chiede
che il congresso scarti la proposta di privatizzazione e si impegni “in un
autentico dialogo per l'approvazione di una Legge Generale sull'Acqua che
permetta al Messico di passare a una gestione sostenibile ed equa, nel pieno
rispetto dei diritti umani”.
La
proposta dei cittadini consiste di 176 articoli e 19 clausole transitorie che
regolano i provvedimenti costituzionali sull'accesso all'acqua per consumo
domestico e personale e definiscono “le basi, le strutture e gli accordi per
l'accesso e l'uso equo e sostenibile delle risorse idriche”. Stabilisce i
poteri del governo federale, degli Stati, dei municipi e la partecipazione dei
cittadini, per garantire i diritti umani relativi: all’acqua, al cibo connesso
all’acqua, ad un ambiente salubre attraverso la disponibilità di una
sufficiente qualità d'acqua per gli ecosistemi, all’assicurare l'uso
preferenziale dell'acqua per i popoli indigeni e il rispetto delle loro forme
di governo in rapporto all'acqua. La proposta include anche misure per
ristabilire il flusso delle acque di falda e superficiali, eliminare
progressivamente l'inquinamento e le attività che distruggono o danneggiano i
bacini idrici e le falde acquifere, e porre fine alla vulnerabilità della
popolazione a siccità e alluvioni causata dall'inadeguata gestione dei bacini.
Per contro, lo scopo della proposta promossa dal governo di Enrique Peña Nieto
– chiamata "Legge Korenfeld" dal direttore della Commissione David
Korenfeld – è di mettere la distribuzione del vitale liquido sotto il controllo
del settore privato. Questo aumenterà le tariffe e non condurrà ad un servizio
migliore, come mostrato da molte esperienze locali e globali. Inoltre favorisce
l'uso dell'acqua per il fracking. Quest'ultimo fatto ha portato alcuni
parlamentari dell'opposizione a considerare la proposta come associata alla
riforma dell'energia approvata lo scorso anno.
Il
fracking [qui un approfondimento in italiano a riguardo] consuma enormi quantità d'acqua. Ci vogliono tra i 9.000 e i 29.000
metri cubi d'acqua per far funzionare un singolo pozzo, e i principali
giacimenti di scisti si trovano nelle parti più aride del paese, con
conseguente pressione sulla sostenibilità delle risorse idriche. La proposta
ufficiale consente anche di ereditare le
concessioni idriche, mantiene il permesso di commerciare le concessioni,
modifica il termine “assegnazione” in “concessione”, consente ad un
imprenditore che costruisce un canale o una conduttura di diventare detentore
della concessione e richiede al governo di incorporare investimenti privati
nella gestione idrica.
La
riforma viola i trattati internazionali e contravviene alle indicazioni
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che assegnano una quantità minima di
acqua per le basilari necessità dell'esistenza a 100 litri al giorno. La
proposta riduce spietatamente alla metà questo quantitativo, affermando che lo
Stato garantirà solo 50 litri a persona – chiaramente inadeguati a soddisfare
gli elementari bisogni di consumo e igiene personale.
Preoccupati
da questo ultimo attacco contro i diritti fondamentali, i membri della
Convenzione Nazionale dei Contadini e delle Organizzazioni Indigene ha
affrontato la questione e programmato manifestazioni per impedire la
privatizzazione delle acque.
Da
parte loro, i gruppi parlamentari dei partiti Movimento del Cittadino, PRD e
Morena hanno minacciato di occupare la pedana del Congresso, se necessario a
impedire l'adozione dell'approvazione in Commissione da parte dell'intera
legislatura.
Il
progetto per consegnare l'acqua in mano ad interessi particolari, privati, è
inziata anni fa. Secondo l'economista Eduardo Esquivel dell'Università Autonoma
Nazione del Messico (UNAM), ci sono due tipi di concessione in Messico: piccoli
o grandi coltivatori e grandi aziende come Coca-Cola, Femsa, PepsiCo, Nestlé ed
altre.
"Dal
1994 circa 27 concessioni idriche sono state date a 16 imbottigliatori in 10
stati [della Federazione Messicana, n.d.t.] coinvolgendo 15 fiumi: cinque in
Aguascalientes, due in Zacatecas, cinque in Jalisco, tre in Colima, una in
Coahuila, cinque in Durango, una in Zacatecas, una in Guerrero and una in
Morelia. La cessione più grande è stata assegnata nel 2001 sotto il governo di
Vicente Fox all'impianto di imbottigliamento di Cuernavaca per 1.353.000 metri
cubi di acqua di falda dal Rio Balsas", ha scritto recentemente Eduardo
Esquivel.
Con
questa vittoria della mobilitazione dal basso, è stato temporaneamente impedito
ai parlamentari fedeli al governo di Peña Nieto di formalizzare la
privatizzazione dell'acqua, che darebbe alle grandi aziende un controllo ad
ampio raggio sulla preziosa risorsa, stabilendo i prezzi e aumentando i loro
profitti. Tuttavia, la minaccia rimane latente. La rapida e massiccia risposta
da parte delle organizzazioni contadine e indigene, per il momento, ha reso
chiaro che le misure di privatizzazione dell'attuale governo avranno un costo
politico sempre più alto.
Questo articolo è stato
tradotto e riprodotto con il consenso della fonte, e non può essere riprodotto
senza permesso o licenza. Qui il link dell'articolo in inglese (disponibile anche in spagnolo).
Per info e contatti:
account facebook dell'associazione Tief Terraimpegnoefuturo
pagina facebook del Tangram Festival
indirizzo mail tief@hotmail.it
Per info e contatti:
account facebook dell'associazione Tief Terraimpegnoefuturo
pagina facebook del Tangram Festival
indirizzo mail tief@hotmail.it
Nessun commento:
Posta un commento